lunedì 17 luglio 2017

Il secondo Tempio di Gerusalemme secondo Giuseppe Flavio

Da Wikipedia:





Secondo la descrizione fatta da Giuseppe Flavio al tempo dell'assedio del 70 durante la prima guerra giudaica, il grande tempio, sorgeva su una collina imprendibile, anche se ai primordi la spianata sulla sommità era appena sufficiente a contenere il santuario e l'altare, poiché tutto intorno vi erano profondi burroni. Re Salomone, che fu il fondatore del tempio, innalzò sul lato orientale un bastione alla sommità del quale vi costruì un portico. Nel corso dei secoli seguenti il popolo di Gerusalemme continuò a trasportare terra, allargando sempre più la spianata sulla cima. Fu così che procedettero prima ad abbattere il muro settentrionale, poi allargarono lo spiazzo andando ad includere col tempo il recinto dell'intero tempio. In seguito costruirono anche sugli altri tre lati della collina dei bastioni, vi racchiusero il santuario. Dove il terreno circostante era maggiormente scosceso e profondo, il bastione fu innalzato per trecento cubiti (133 metri) e in alcuni punti anche di più. I blocchi usati in questi lavori misuravano fino a quaranta cubiti (17,8 metri).

Tutti i portici avevano un doppio ordine di colonne alte venticinque cubiti (ciascuna di un unico pezzo di marmo bianchissimo, perfettamente levigato e simmetrico), con i soffitti rivestiti di pannelli di cedro. La larghezza dei portici era di trenta cubiti e il loro perimetro complessivo, che racchiudeva anche la fortezza Antonia, era di sei stadi. Tutto lo spazio incluso dal portico era pavimentato con pietre di svariate qualità e colori. Chi lo attraversava per raggiungere il secondo piazzale, si trovava di fronte ad una balaustra in pietra, alta tre cubiti, dove erano poste una serie di lapidi con incise le leggi della purificazione, alcune in lingua greca altre in latino, affinché nessuno straniero potesse entrare nel luogo santo, seconda parte del tempio.


Vi si accedeva attraverso una scalinata di quattordici gradini, e la parte superiore aveva forma di un quadrato, racchiusa da un muro che rispetto all'esterno era alto quaranta cubiti, internamente invece di venticinque cubiti, poiché il pavimento interno poggiava su un livello superiore della collina. Terminati i quattordici scalini, ci si trovava su una terrazza pianeggiante larga dieci cubiti fino al muro. Da qui ancora scale di cinque scalini che portavano alle porte: a nord e a sud erano otto, quattro su ciascun lato, mentre a oriente erano due (da questa parte vi era un'area riservata alle donne per le loro cerimonie di culto). Anche sugli altri lati c'era una porta a sud e una porta a nord, per consentire alle donne di entrare nel loro recinto, visto che dalle altre porte non era consentito loro di passare. Sul lato occidentale non v'era infine alcuna porta. I portici fra le porte, rivolti dal muro verso l'interno, di fronte alle sale del tesoro, erano sorrette da un solo ordine di grandi colonne.

Nove delle porte erano ricoperte d'oro e d'argento, come pure gli stipiti e gli architravi, mentre quella fuori del santuario era di bronzo di Corinto ed era più pregiata di quelle ricoperte d'argento e d'oro. Ogni porta aveva due battenti, ciascuno dei quali aveva dimensioni pari a trenta cubiti di altezza e quindici di larghezza. Al di là della soglia, gli ingressi verso l'interno avevano su due lati delle esedre a forma di torre, larghe e lunghe trenta cubiti, alte più di quaranta cubiti. Ciascuna poggiava su due colonne che avevano una circonferenza di dodici cubiti ciascuna. Stesse dimensioni avevano le altre porte, mentre molto più grande era la porta che si trovava ad occidente della porta Corinzia e che si apriva dal recinto delle donne verso est, di fronte alla porta del santuario.[3] Questa porta era alta infatti cinquanta cubiti, con battenti di quaranta cubiti, e una decorazione più ricca con notevoli rivestimenti d'argento e d'oro. La decorazione delle nove porte fu ordinata da Alessandro, il padre di Tiberio. Dal recinto delle donne alla porta più grande si saliva mediante una scala di quindici scalini, poiché questi ultimi erano più bassi dei cinque scalini che conducevano alle altre porte.


Il santuario vero e proprio, o sacro tempio, sorgeva nel mezzo e vi si accedeva da dodici scalini. L'altezza della facciata era uguale alla larghezza, pari a cento cubiti (44,45 metri), mentre la parte posteriore era di quaranta cubiti più stretta, in modo che sul davanti fosse più larga di venti cubiti da entrambe le parti. La porta principale misurava settanta cubiti di altezza e venticinque di larghezza, completamente ricoperta d'oro nella sua parte esterna. All'interno il tempio era diviso su due piani e solo il vestibolo appariva come un unico corpo con l'altezza di novanta cubiti, la larghezza di cinquanta e la profondità di venti.[4] La porta di accesso al tempio era ricoperta d'oro come tutta la parete in cui era inserita. Al di sopra vi erano dei tralci di viti d'oro da cui pendevano grappoli della grandezza di un uomo. La porta di accesso aveva dei battenti d'oro alti cinquantacinque cubiti e larghi sedici. Davanti pendeva una tenda babilonese, di identica altezza e di vari colori, dal lino bianco alla lana azzurra, rossa e purpurea. Col rosso si alludeva al fuoco, col lino alla terra, con l'azzurro all'aria e con la porpora al mare, poiché il lino è prodotto dalla terra e la porpora dal mare. Sulla tenda era, quindi, rappresentata tutta la volta celeste, esclusi i segni dello zodiaco.

La parte inferiore del santuario era alta sessanta cubiti, lungo altrettanto e largo venti. I sessanta cubiti di lunghezza erano suddivisi in due parti. La prima, lunga circa quaranta cubiti, conteneva tre opere d'arte famosissime a quel tempo: una Menorah (lampada a sette bracci), una tavola e un altare per gli incensi. I sette bracci della lampada rappresentavano i pianeti; i dodici pani sulla tavola simboleggiavano i segni zodiacali e l'anno. L'altare degli incensi era dotato di tredici profumi ricavati da mare e terra, a significare che tutto viene da Dio.

La parte successiva del tempio misurava venti cubiti ed era separata da una tenda. Era una parte accessibile solo al sommo sacerdote e inaccessibile ed inviolabile a chiunque, e si chiamava il "Santo dei Santi". Ai lati del santuario inferiore si trovavano numerose stanze disposte su tre piani, comunicanti fra loro, alle quali si aveva accesso attraverso una serie di porte poste su entrambi i lati dell'ingresso. La parte superiore del tempio non aveva stanze, essendo meno larga ed innalzandosi per quaranta cubiti. Aveva poi meno ornamenti rispetto alla parte inferiore. E così se sommiamo i quaranta della parte superiore ai sessanta della parte inferiore otteniamo un'altezza complessiva di cento cubiti.

All'esterno il tempio era ricoperto ovunque da massicce piastre di oro, tanto che fin dal sorgere del sole rifletteva la luce in modo abbagliante per chi lo guardava. A chi si dirigeva verso Gerusalemme, appariva da lontano come un monte coperto di neve, poiché dove non era ricoperto d'oro lo era di pietra bianchissima. Sulla sommità erano posti degli spuntoni d'oro estremamente aguzzi per impedire agli uccelli di posarvisi sopra e imbrattare il tempio. Alcuni dei blocchi di pietra misuravano quarantacinque cubiti di lunghezza, cinque di altezza e sei di larghezza. Davanti al tempio si trovava un altare alto quindici cubiti, largo e lungo cinquanta cubiti, a pianta quadrata, con gli angoli sporgenti a forma di corni. Vi si accedeva dalla parte meridionale. Il tempio e l'altare erano circondati da un parapetto di pietra levigata, alto un cubito, che separava il popolo dai sacerdoti.

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