martedì 18 aprile 2017

Credo - Simbolo Niceno-Costantinopolitano

Tratto da www.preghiamo.org



Credo in un solo Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù
Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre
prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero
da Dio vero, generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono
state create.
Per noi uomini e per la nostra
salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine
Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio
Pilato, mori e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti, e il suo
regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita, e procede
dal Padre e dal Figlio. Con il Padre
e il Figlio è adorato e glorificato, e
ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una santa
cattolica e apostolica.

Professo un solo Battesimo per il
perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.

Amen.


Symbolum Nicænum Costantinopolitanum

Credo in unum Deum,
Patrem omnipoténtem,
Factorem cæli et terræ,
visibílium ómnium et invisibilium
Et in unum Dóminum Iesum
Christum,
Filium Dei unigénitum
et ex Patre natum
ante ómnia sǽcula:
Deum de Deo, Lumen de Lúmine,
Deum verum de Deo vero,
génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómnia
facta sunt;
qui propter nos hómines
et propter nostram salútem,
descéndit de cælis, et incarnátus est
de Spíritu Sancto ex Maria Vírgine
et homo factus est, crucifíxus étiam
pro nobis sub Póntio Piláto, passus
et sepúltus est, et resurréxit tértia
die secúndum Scriptúras,
et ascéndit in cælum, sedet ad
déxteram Patris, et íterum ventúrus
est cum glória, iudicáre vivos et
mórtuos, cuius regni non erit finis.

Credo in Spíritum Sanctum, Dominum et vivificántem, qui ex Patre
Filióque procédit, qui cum Patre et
Fílio simul adorátur et conglorificátur, qui locútus est per prophétas.

Et unam sanctam cathólicam
et apostólicam Ecclésiam.

Confíteor unum Baptísma
in remissiónem peccatórum.
Et exspécto resurrectiónem mortuórum,
et vitam ventúri sæculi.

Amen.

mercoledì 12 aprile 2017

Angelus Domini



L'Angelo del Signore portò l'annunzio a Maria.
Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria...

Eccomi, sono la serva del Signore.
Si compia in me la tua parola.
Ave Maria...

E il Verbo si fece carne.
E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria...

Prega per noi, santa Madre di Dio.
Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo.
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre; Tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua passione e la Sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

Amen.


Angelus Dómini nuntiávit Mariæ.
Et concépit de Spíritu Sancto.
Ave Maria...

Ecce ancílla Dómini.
Fiat mihi secúndum verbum tuum.
Ave Maria...

Et Verbum caro factum est.
Et habitávit in nobis.
Ave Maria...

Ora pro nobis, sancta Dei génetrix.
Ut digni efficiámur promissiónibus Christi.

Orémus.
Grátiam tuam, quǽsumus, Dómine, méntibus nostris infunde; ut qui, Ángelo nuntiánte, Christi Fílii tui incarnatiónem cognóvimus, per passiónem eius et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum.

Amen.

martedì 11 aprile 2017

Linea Temporale da Abramo all'Esodo












1850 a.C. 1800 a.C. 1750 a.C. 1700 a.C. 1650 a.C. 1600 a.C. 1550 a.C. 1500 a.C.













Governatori Hyksos minori






Principi Hyksos di Tebe







Faraoni Hyksos XVIII Dinastia a Tebe











Abramo – Isacco - Giacobbe – Giuseppe








Prosperità in Egitto Inizio cattività in Egitto































1450 a.C. 1400 a.C. 1350 a.C. 1300 a.C. 1250 a.C. 1200 a.C.













XVIII Dinastia a Tebe XIX Dinastia a Pi-Ramses













Cattività in Egitto Persecuzione Esodo












venerdì 7 aprile 2017

Deserto di Paran

Liberamente tratto da Wikipedia:


L'antico Deserto di Paran biblico si potrebbe identificare con una zona del deserto del Negev che andava presumibilmente da Beer Karkom fino a Ein Kuderait, nell'area di Cades. Nel suo comprensorio si trovava anche Har Karkom, da taluni studiosi considerato il Monte Sinai della Bibbia. Le attuali carte topografiche posizionano pertanto il Deserto di Paran in Israele, subito a nord del Golfo di Aqaba, tra Eilat e Mitzpe Ramon, ai piedi del versante meridionale di Har Karkom.

Citazioni:

"Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il Giordano, nel deserto, nella valle dell`Araba, di fronte a Suf, tra Paran, Tofel, Laban, Cazerot e Di-Zaab." (Deuteronomio 1,1)

"Gli Israeliti partirono dal deserto del Sinai secondo il loro ordine di marcia; la nube si fermò nel deserto di Paran." (Numeri 10,12)

"Maria dunque rimase isolata, fuori dell'accampamento sette giorni; il popolo non riprese il cammino, finché Maria non fu riammessa nell'accampamento. Poi il popolo partì da Caserot e si accampò nel deserto di Paran. Il Signore disse a Mosè: «Manda uomini a esplorare il paese di Canaan che sto per dare agli Israeliti. Mandate un uomo per ogni tribù dei loro padri; siano tutti dei loro capi». Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo il comando del Signore; quegli uomini erano tutti capi degli Israeliti." (Numeri 12:15,13:3)

"Alla fine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè e Aronne e tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese." (Numeri 13:25,13:26)

"Samuele morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al deserto di Paran." (I libro Samuele 25,1)

"Essi partirono da Madian e andarono a Paran; presero quindi con sé degli uomini di Paran e giunsero in Egitto dal Faraone, re d'Egitto, il quale diede a Hadad una casa, gli assicurò il sostentamento e gli diede anche terreni." (I libro Re 11,18)

giovedì 6 aprile 2017

Har Karkom e Monte Sinai

Liberamente tratto da Wikipedia:


Har Karkom (in ebraico: Montagna di zafferano) o Jabal Ideid o Gebel Ideid (in arabo: Montagna delle celebrazioni o Montagna delle moltitudini) è una montagna posta nel sud-ovest del deserto del Negev in Israele. È uno dei siti in cui si ritiene di localizzare il Monte Sinai biblico.

Il complesso è formata da calcari giallastri. È visibile a grande distanza da sud e da est: dai monti Edom, distanti 70 km e anche dalle alture della Giordania. Domina una zona desertica del Negev, nota come deserto di Paran (Midbar Paran in ebraico).

Ha due basse cime ravvicinate che si innalzano da un ampio altopiano sommitale (4 x 2,5 km): la cima nord-ovest (detta anche "cima femminile", larga e tondeggiante) e quella sud-est (detta anche "cima maschile" per la sua forma allungata).

Har Karkom si trova a metà strada tra Kadesh Barnea e Petra; dista 35 km da Mitzpe Ramon, lungo la Route 40 che porta a Eilat. Esistono due percorsi per raggiungere l'altopiano sommitale:
- Il primo, da ovest, più facile e comunemente usato, è il più lungo ma anche il meno ripido. L'avvicinamento può avvenire con autoveicoli fino all'inizio della salita verso l'altopiano, dopodiché occorre proseguire a piedi o in dromedario con la guide locali.
- Il secondo percorso (che risale a epoca preistorica), da est, è più diretto e ripido: parte dal deserto di Paran, con una salita tra sfasciumi rocciosi, attraversando una zona considerata un santuario paleolitico con colonne di pietra dalle figure antropomorfe e giungendo così all'altopiano sommitale.



Har Karkom come possibile candidato per il Monte Sinai:

Partendo dal presupposto che gli Israeliti avrebbero forse attraversato la penisola del Sinai in direzione di Petra secondo una linea retta, un certo numero di studiosi ha ipotizzato che Har Karkom potesse essere il Monte Sinai biblico.

Secondo il Deuteronomio (Deuteronomio 1:2), agli Israeliti occorsero 11 giorni per spostarsi dall'Horeb (Monte Sinai biblico) a Kadesh Barnea nel nord del Sinai ("Vi sono 11 giornate dall'Horeb, per la via del monte Seir, fino a Kadesh Barnea"). Questa indicazione permette di limitare la localizzazione del Monte Sinai biblico entro 100 km circa da Kadesh Barnea. Tenendo inoltre presente che necessariamente un percorso doveva permettere di raggiungere giornalmente almeno un pozzo per abbeverare il bestiame che gli Israeliti avevano al seguito, è stato possibile ipotizzare che il monte Horeb coincidesse con Jabal Ideid, l'attuale Har Karkom.

Sulla cima nord-ovest si trova un anfratto, in grado di ricoverare una persona, che è stato interpretato dall'archeologo Emmanuel Anati come la grotta in cui Mosè si sarebbe rifugiato secondo la tradizione, per non rimanere abbagliato dal passaggio di Yahweh, quando ricevette le tavole dei 10 comandamenti.

L'esistenza, inoltre, di due cime contrapposte corrispondenti al monte dove Mosé avrebbe ricevute le tavole della Legge e al monte Horeb permette di identificare Har Karkom con il monte descritto dal Diario di Egeria, una pellegrina che visitò la Palestina verso la fine del IV secolo. L'identificazione di Har Karkom col Monte Sinai e l'Oreb della Bibbia sarebbe quindi confermata dalla tradizione cristiana dei primi secoli.

Seguendo questa teoria, Emmanuel Anati ha così effettuato varie campagne di scavo presso Har Karkom, scoprendo che è stata uno dei maggiori centri di culto del periodo paleolitico, con il suo altopiano costellato di luoghi di culto, altari, circoli di pietra, pilastri antropomorfi e oltre 40.000 petroglifi. A differenza di Gebel Musa, il monte posto nella Penisola del Sinai e noto ai turisti come Monte Sinai, nei cui pressi è il monastero di Santa Caterina, dove però non sono mai stati ritrovati petroglifi o comunque segni di civilizzazione se non successiva al IV secolo d.C.

Sulla base dei ritrovamenti, che sembrano avvalorare quanto contenuto nelle Antiche Scritture in merito al soggiorno degli Israeliti nel deserto, Anati ritiene pertanto di poter identificare Har Karkom (Jabal Ideid) con il Monte Sinai, con un massimo delle attività di carattere religioso intorno agli anni 2350-2000 a.C. e l'abbandono della montagna intorno al 1950-1000 a.C. L'Esodo viene da lui datato intorno al 1600-1200 a.C.

Tra questi è di particolare importanza il ritrovamento di 12 steli e una pietra piatta che ricordano altari per le offerte (Esodo 24,4, "Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele").

Critiche

Alcuni studiosi hanno avversato l'identificazione di questa montagna col Monte Sinai della Bibbia in quanto sposterebbe indietro di almeno 1000 anni alcune vicende narrate dal Vecchio Testamento e richiederebbe una revisione delle zone tradizionalmente ritenute abitate da Madianiti, Amaleciti e altre antiche popolazioni.