lunedì 29 maggio 2017

Salve Regina

Salve, Regina,
madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo,
esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e 
piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi
tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo Seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!

Salve, Regína,
Mater misericórdiae,
vita, dulcédo et spes nostra, salve.
Ad te clamámus,
éxsules filii Evae.
Ad te suspirámus geméntes et flentes
in hac lacrimárum valle.
Eia ergo, advocáta nostra,
illos tuos misericórdes óculos
ad nos convérte.
Et Iesum, benedíctum fructum
ventris tui,
nobis, post hoc exsílium, osténde.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo María!





La "Salve Regina" è una delle 4 antifone mariane (le altre antifone mariane sono: Regina Coeli, Ave Regina Coelorum e Alma Redemptoris Mater).


L'origine della preghiera risale all'XI secolo, ma la sua composizione non è certa. La tradizione più diffusa attribuisce la stesura di quest'antifona al monaco Ermanno di Reichenau. Viene anche attribuita a papa Gregorio VII, a sant'Anselmo da Baggio (morto nel 1086), a san Pietro di Mezonzo, vescovo di Iria Flavia o, alternativamente a San Bernardo durante la sua permanenza all'eremo dei Santi Jacopo e Verano alla Costa d'acqua. Probabilmente a san Bernardo appartiene solo la composizione dell'ultimo verso "o clemens, o pia, o dulcis virgo Maria".
Alberico delle Tre Fontane attribuisce la paternità ad Ademaro di Monteil.
Nei manoscritti più antichi non compare né il "Mater", che sarebbe stato aggiunto nel XVI sec, per cui in origine era "Regina misericordiae" (com'è ancora nella versione in uso nel remoto rito mozarabico), né il "Virgo", questo però introdotto molto presto. Talora si può sentire tramandato un "vitae dulcedo", com'è cantata ad esempio alla Grande Chartreuse.
La forma attuale è stata formalizzata dall'Abbazia di Cluny nel XII secolo.

I Domenicani hanno introdotto la Salve Regina nel 1221 come inno da cantare immediatamente dopo la compieta e mentre si va in processione al dormitorio. I Cistercensi la utilizzano dal 1251. I Certosini la cantano ogni giorno, dal XII secolo, ai vespri.
Nel 1250 papa Gregorio IX la approvò e prescrisse il suo canto a conclusione della preghiera di compieta.

Tradizionalmente viene anche recitata a conclusione del rosario.

La Salve Regina è normalmente utilizzata nelle funzioni della Chiesa cattolica, in particolare nei giorni vicini alle feste dell'Assunta e della Immacolata concezione.

I dieci versi sono motivo di altrettanti capitoli dell'opera Le Glorie di Maria di Sant'Alfonso Maria de' Liguori del 1750.

Il tema musicale della forma gregoriana del testo è considerato originario dell'XI secolo e rappresenta uno degli esempi più antichi di musica sacra tuttora in uso.








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