Il pastorale (o
vincastro) è una sorta di bastone, dall'estremità ricurva e spesso
riccamente decorata, usato dal vescovo nei pontificali e nelle
cerimonie più solenni.
È in uso presso
varie chiese cristiane a ordinamento episcopale, tra cui la Chiesa
cattolica, l'ortodossa, l'anglicana e la luterana.
A imitazione di
quello usato dai pastori veri, il bastone simboleggia chiaramente e
visibilmente la funzione di cura della fede e della morale che
l'ufficio episcopale ha sopra la porzione di popolo cristiano a lui
affidata, e rimanda direttamente al Vangelo secondo Giovanni nel
quale Cristo si autodefinisce "Buon Pastore".
Secondo
Sant'Ambrogio, il bastone pastorale deve essere al fondo appuntito
per spronare i pigri, nel mezzo diritto per condurre i deboli, in
alto ricurvo per radunare gli smarriti.
Nell'antichità il
pastorale venne usato dai Faraoni (Hekat) per simboleggiare il potere
della sovranità. Era considerato sacro e ad uso esclusivo del
Faraone o di alti ufficiali.
Il pastorale dei
vescovi della Chiesa Cattolica deriverebbe propriamente dal
vincastro, un bastone costituito da un ramo di salice da vimini
(salix viminalis) utilizzato principalmente dal pastore per guidare
il gregge, ma anche per allontanare dalle pecore animali come cani
randagi o lupi (il salice da vimini è detto anche vinco, da cui
vincastro per l'aggiunta del suffisso peggiorativo -astro e in senso
esteso vincastro è sinonimo di bastone). Questo bastone è lungo
all'incirca come la persona che lo possiede, viene impugnato circa a
due terzi della sua altezza in modo da essere comodo per sostenere
parte del peso durante il cammino e reca sulla sommità superiore una
sorta di ricciolo ricurvo tipicamente utilizzato per portare alcuni
piccoli sacchi per il viaggio. Talvolta può essere di legno di
olivo, ma è meno utilizzato a causa del maggior peso e minore
praticità d'uso.
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