martedì 25 luglio 2017
mercoledì 19 luglio 2017
Il Tempio al tempo di Gesù
Da Cathopedia:
Il re Erode (37-4 a.C.), tra le molte opere edilizie attuate nel suo regno, dispose anche la ristrutturazione e ampliamento del tempio di Gerusalemme. Lo scrittore ebreo-romano Giuseppe Flavio descrive le opere attuate come anche le architetture del tempio e dei complessi circostanti, fornendo una chiara immagine di come doveva apparire all'epoca del Nuovo Testamento.
I lavori di Erode iniziarono nel 15° (GG 1,401, 23-22 a.C.) o 18° (AG 15,380, 20-19 a.C.) anno del suo regno e durarono 8 anni (AG 15,420). Furono istruiti 1000 sacerdoti per compiere i lavori di restauro in modo da non profanare la sacralità del luogo. Non sembra che questi lavori abbiano alterato le architetture del tempio vero e proprio e dei due atri, con le strutture camerarie circostanti, ma soprattutto devono aver riguardato l'ampliamento della spianata esterna agli atri e del portico circostante (il portico di Salomone), la cui superficie è stata raddoppiata tramite la costruzione di nuovi bastioni.
Anche dopo la morte di Erode devono essere proseguiti ampliamenti e abbellimenti fino all'anno 64 d.C. (AG 20,219).
La struttura definitiva si presentava dunque concentrica e gerarchicamente ordinata, con le varie sezioni separate da porte o muretti o scalinate discendenti:
- fulcro era il santo dei santi, la cella che aveva ospitato l'arca dell'alleanza, ora vuota. Vi poteva accedere solo il sommo sacerdote;
- all'esterno ma sempre all'interno dell'edificio coperto vie erano la sala e il vestibolo, permessi ai soli sacerdoti;
- all'aperto c'era il primo atrio o cortile, circondato da stanze e suddiviso in due sezioni: la parte più prossima al tempio ospitava l'altare degli olocausti ed era riservata ai sacerdoti; la parte più esterna era il cortile degli israeliti permesso ai soli maschi ebrei;
- a est del primo cortile si trovava il secondo, parimenti circondato da stanze, permesso anche alle donne ebree (cortile delle donne);
- intorno ai due cortili si trovava la grande spianata del tempio circondata dal portico detto di Salomone, che fungeva anche da piazza pubblica e luogo del mercato, permessa anche ai pagani (cortile dei gentili). Sull'angolo nord-ovest della spianata di trovava la fortezza Antonia, di origine maccabaica e all'epoca di Gesù verosimile sede del pretorio. L'angolo sud-est della spianata, dove i bastioni si ergevano maggiormente rispetto al terreno circostante, era il pinnacolo, che con i suoi circa 50 m. di dislivello rappresentava la più elevata altezza artificiale della città.
lunedì 17 luglio 2017
Il secondo Tempio di Gerusalemme secondo Giuseppe Flavio
Da Wikipedia:
Secondo la descrizione fatta da Giuseppe Flavio al tempo dell'assedio del 70 durante la prima guerra giudaica, il grande tempio, sorgeva su una collina imprendibile, anche se ai primordi la spianata sulla sommità era appena sufficiente a contenere il santuario e l'altare, poiché tutto intorno vi erano profondi burroni. Re Salomone, che fu il fondatore del tempio, innalzò sul lato orientale un bastione alla sommità del quale vi costruì un portico. Nel corso dei secoli seguenti il popolo di Gerusalemme continuò a trasportare terra, allargando sempre più la spianata sulla cima. Fu così che procedettero prima ad abbattere il muro settentrionale, poi allargarono lo spiazzo andando ad includere col tempo il recinto dell'intero tempio. In seguito costruirono anche sugli altri tre lati della collina dei bastioni, vi racchiusero il santuario. Dove il terreno circostante era maggiormente scosceso e profondo, il bastione fu innalzato per trecento cubiti (133 metri) e in alcuni punti anche di più. I blocchi usati in questi lavori misuravano fino a quaranta cubiti (17,8 metri).
Tutti i portici avevano un doppio ordine di colonne alte venticinque cubiti (ciascuna di un unico pezzo di marmo bianchissimo, perfettamente levigato e simmetrico), con i soffitti rivestiti di pannelli di cedro. La larghezza dei portici era di trenta cubiti e il loro perimetro complessivo, che racchiudeva anche la fortezza Antonia, era di sei stadi. Tutto lo spazio incluso dal portico era pavimentato con pietre di svariate qualità e colori. Chi lo attraversava per raggiungere il secondo piazzale, si trovava di fronte ad una balaustra in pietra, alta tre cubiti, dove erano poste una serie di lapidi con incise le leggi della purificazione, alcune in lingua greca altre in latino, affinché nessuno straniero potesse entrare nel luogo santo, seconda parte del tempio.
Vi si accedeva attraverso una scalinata di quattordici gradini, e la parte superiore aveva forma di un quadrato, racchiusa da un muro che rispetto all'esterno era alto quaranta cubiti, internamente invece di venticinque cubiti, poiché il pavimento interno poggiava su un livello superiore della collina. Terminati i quattordici scalini, ci si trovava su una terrazza pianeggiante larga dieci cubiti fino al muro. Da qui ancora scale di cinque scalini che portavano alle porte: a nord e a sud erano otto, quattro su ciascun lato, mentre a oriente erano due (da questa parte vi era un'area riservata alle donne per le loro cerimonie di culto). Anche sugli altri lati c'era una porta a sud e una porta a nord, per consentire alle donne di entrare nel loro recinto, visto che dalle altre porte non era consentito loro di passare. Sul lato occidentale non v'era infine alcuna porta. I portici fra le porte, rivolti dal muro verso l'interno, di fronte alle sale del tesoro, erano sorrette da un solo ordine di grandi colonne.
Nove delle porte erano ricoperte d'oro e d'argento, come pure gli stipiti e gli architravi, mentre quella fuori del santuario era di bronzo di Corinto ed era più pregiata di quelle ricoperte d'argento e d'oro. Ogni porta aveva due battenti, ciascuno dei quali aveva dimensioni pari a trenta cubiti di altezza e quindici di larghezza. Al di là della soglia, gli ingressi verso l'interno avevano su due lati delle esedre a forma di torre, larghe e lunghe trenta cubiti, alte più di quaranta cubiti. Ciascuna poggiava su due colonne che avevano una circonferenza di dodici cubiti ciascuna. Stesse dimensioni avevano le altre porte, mentre molto più grande era la porta che si trovava ad occidente della porta Corinzia e che si apriva dal recinto delle donne verso est, di fronte alla porta del santuario.[3] Questa porta era alta infatti cinquanta cubiti, con battenti di quaranta cubiti, e una decorazione più ricca con notevoli rivestimenti d'argento e d'oro. La decorazione delle nove porte fu ordinata da Alessandro, il padre di Tiberio. Dal recinto delle donne alla porta più grande si saliva mediante una scala di quindici scalini, poiché questi ultimi erano più bassi dei cinque scalini che conducevano alle altre porte.
Il santuario vero e proprio, o sacro tempio, sorgeva nel mezzo e vi si accedeva da dodici scalini. L'altezza della facciata era uguale alla larghezza, pari a cento cubiti (44,45 metri), mentre la parte posteriore era di quaranta cubiti più stretta, in modo che sul davanti fosse più larga di venti cubiti da entrambe le parti. La porta principale misurava settanta cubiti di altezza e venticinque di larghezza, completamente ricoperta d'oro nella sua parte esterna. All'interno il tempio era diviso su due piani e solo il vestibolo appariva come un unico corpo con l'altezza di novanta cubiti, la larghezza di cinquanta e la profondità di venti.[4] La porta di accesso al tempio era ricoperta d'oro come tutta la parete in cui era inserita. Al di sopra vi erano dei tralci di viti d'oro da cui pendevano grappoli della grandezza di un uomo. La porta di accesso aveva dei battenti d'oro alti cinquantacinque cubiti e larghi sedici. Davanti pendeva una tenda babilonese, di identica altezza e di vari colori, dal lino bianco alla lana azzurra, rossa e purpurea. Col rosso si alludeva al fuoco, col lino alla terra, con l'azzurro all'aria e con la porpora al mare, poiché il lino è prodotto dalla terra e la porpora dal mare. Sulla tenda era, quindi, rappresentata tutta la volta celeste, esclusi i segni dello zodiaco.
La parte inferiore del santuario era alta sessanta cubiti, lungo altrettanto e largo venti. I sessanta cubiti di lunghezza erano suddivisi in due parti. La prima, lunga circa quaranta cubiti, conteneva tre opere d'arte famosissime a quel tempo: una Menorah (lampada a sette bracci), una tavola e un altare per gli incensi. I sette bracci della lampada rappresentavano i pianeti; i dodici pani sulla tavola simboleggiavano i segni zodiacali e l'anno. L'altare degli incensi era dotato di tredici profumi ricavati da mare e terra, a significare che tutto viene da Dio.
La parte successiva del tempio misurava venti cubiti ed era separata da una tenda. Era una parte accessibile solo al sommo sacerdote e inaccessibile ed inviolabile a chiunque, e si chiamava il "Santo dei Santi". Ai lati del santuario inferiore si trovavano numerose stanze disposte su tre piani, comunicanti fra loro, alle quali si aveva accesso attraverso una serie di porte poste su entrambi i lati dell'ingresso. La parte superiore del tempio non aveva stanze, essendo meno larga ed innalzandosi per quaranta cubiti. Aveva poi meno ornamenti rispetto alla parte inferiore. E così se sommiamo i quaranta della parte superiore ai sessanta della parte inferiore otteniamo un'altezza complessiva di cento cubiti.
All'esterno il tempio era ricoperto ovunque da massicce piastre di oro, tanto che fin dal sorgere del sole rifletteva la luce in modo abbagliante per chi lo guardava. A chi si dirigeva verso Gerusalemme, appariva da lontano come un monte coperto di neve, poiché dove non era ricoperto d'oro lo era di pietra bianchissima. Sulla sommità erano posti degli spuntoni d'oro estremamente aguzzi per impedire agli uccelli di posarvisi sopra e imbrattare il tempio. Alcuni dei blocchi di pietra misuravano quarantacinque cubiti di lunghezza, cinque di altezza e sei di larghezza. Davanti al tempio si trovava un altare alto quindici cubiti, largo e lungo cinquanta cubiti, a pianta quadrata, con gli angoli sporgenti a forma di corni. Vi si accedeva dalla parte meridionale. Il tempio e l'altare erano circondati da un parapetto di pietra levigata, alto un cubito, che separava il popolo dai sacerdoti.
mercoledì 12 luglio 2017
Il tempio di Gerusalemme
Da Wikipedia:
Descrizione del tempio:
Il Debir: l'oracolo o il Sancta Sanctorum (Re I 6:19; 8:6), chiamato anche "sala interna". Misurava 20 cubiti in lunghezza, larghezza e altezza. La differenza tra questa altezza e quella del Tempio (30 cubiti) è solitamente spiegata con la soprelevazione del Sancta Sanctorum, come la cella di altri templi antichi. Era cassonato in legno di cedro (Re I 6:16), e i muri ed il pavimento rivestiti d'oro. Conteneva due cherubini in legno d'olivo, ciascuno alto 10 cubiti (Re I 6:16, 20, 21, 23-28) e ognuno con ali aperte larghe 10 cubiti; dato che erano affiancati, ciascuno toccava una parete e le ali si incontravano al centro. Una porta a due battenti lo divideva dal Luogo Santo (Cronache II 4:22); e così un velario di lino blu, porpora e scarlatto (Cronache II 3:14; Vedi anche Esodo 26:33). Non aveva finestre (Re I 8:12). Secondo alcuni, era considerato la residenza di Dio.
L'Echal: il Luogo Sacro, Re I 8:8-10, chiamato anche la "casa maggiore" (Cronache II 3:5) e il "Tempio" (Re I 6:17); il nome significa anche Palazzo. Aveva larghezza e altezza uguali al Sancta Sanctorum, ma lunghezza 40 cubiti. I muri erano rivestiti di legno di cedro, con intarsi di cherubini, palme e fiori, rivestiti d'oro. Catene d'oro marcavano la separazione dal Sancta Sanctorum. Il pavimento era in legno di abete rivestito anche questo d'oro. Stipiti in legno d'olivo reggevano porte a battenti di abete. Le porte del Sancta Sanctorum erano di legno di olivo. Su ambedue le porte erano intarsiati cherubini, palme e fiori, rivestiti d'oro (Re I 6:15 segg.)
L'Ulam: il portico est di ingresso al Tempio (Re I 6:3; Cronache II 3:4; 9:7). Lungo 20 cubiti (come la larghezza del Tempio) e profondo 10 cubiti (Re I 6:3). Cronache II 3:4 aggiunge la sorprendente notizia che il portico era alto 120 cubiti, cosa che lo renderebbe una torre a tutti gli effetti. Non si sa se un muro lo separasse dalla camera successiva. Nel portico vi erano due colonne, dette Jachin e Boaz (1 Re 7:21; Re II 11:14; 23:3), alte 18 cubiti e sormontate da capitelli con gigli, alti 5 cubiti.
Le camere, costruite attorno al tempio sui lati meridionale, occidentale e settentrionale (Re I 6:5-10). Formavano parte della costruzione ed erano usate come magazzini. Erano presumibilmente alte un piano; due ulteriori livelli sono stati aggiunti, forse, più tardi.
I cortili:
Secondo la bibbia, attorno al Tempio vi erano:
Il cortile dei sacerdoti (Cronache II 4:9), detto corte interna (Re I 6:36), separata dallo spazio prospiciente da un muro di pietra, su cui poggiavano travi di cedro (Re I 6:36).
La grande corte, che circondava tutto il Tempio (Cronache II 4:9). Qui si riuniva il popolo per la preghiera (Geremia 19:14; 26:2).
Arredamenti e tesori:
Il cortile dei sacerdoti conteneva l'altare dei sacrifici (Cronache II 15:8), Il lavacro bronzeo (4:2-5, 10), e dieci lavatoi (Re I 7:38, 39).
Da Re II 16:14 si evince che vi era un altare di bronzo di fronte al Tempio; Cronache II 4:1 lo descrive come un parallelepipedo a base quadrata larga 20 cubiti e alto 10.
Il lavacro bronzeo, largo 10 cubiti (1 cubito = 45 cm) e profondo 5, era supportato da dodici buoi di bronzo (Re I 7:23-26). Il Libro dei Re lo definisce come avente capacità di duemila bat (1 bat = 45 litri); le Cronache portano la capacità a tremila (Cronache II 4:5-6) e ne descrive la funzione: consentire le abluzioni ai sacerdoti.
I lavatoi, ognuno dei quali conteneva quaranta bagni (Re I 7:38), appoggiava su stanghe di sollevamento di bronzo, con ruote, e decorate con figure di leoni, cherubini e palme Questi recipienti suscitavano l'ammirazione degli Ebrei. Il redattore del Libro dei Re descrive con entusiasmo i più minuti dettagli. (Re I 7:27-37).
Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche afferma che questi erano di oricalco.
Secondo Re I 7:48 in fronte al Sancta Sanctorum vi era un altare per l'incenso e una tavola per il pane. La tavola era d'oro, come i cinque candelabri su ciascuno dei suoi lati. Gli accessori dei candelabri - smoccolatoio e bracieri - erano d'oro, come le cerniere delle porte.
martedì 4 luglio 2017
Salmo 137 - Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore
1
Di
Davide.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
2 mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia:
hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.
3 Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
4 Ti loderanno, Signore, tutti i re della terra
quando udranno le parole della tua bocca.
5 Canteranno le vie del Signore,
perché grande è la gloria del Signore;
6 eccelso è il Signore e guarda verso l'umile
ma al superbo volge lo sguardo da lontano.
7 Se cammino in mezzo alla sventura
tu mi ridoni vita;
contro l'ira dei miei nemici stendi la mano
e la tua destra mi salva.
8 Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non
abbandonare l'opera delle tue mani.
lunedì 3 luglio 2017
Salmo 83 - Desiderio del Tempio del Signore
1
Al maestro del coro. Su «I torchi...».
Dei
figli di Core. Salmo.
2
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore
degli eserciti!
3
L'anima mia languisce
e
brama gli atri del Signore.
Il
mio cuore e la mia carne
esultano
nel Dio vivente.
4
Anche il passero trova la casa,
la
rondine il nido,
dove
porre i suoi piccoli,
presso
i tuoi altari,
Signore
degli eserciti, mio re e mio Dio.
5
Beato chi abita la tua casa:
sempre
canta le tue lodi!
6
Beato chi trova in te la sua forza
e
decide nel suo cuore il santo viaggio.
7
Passando per la valle del pianto
la
cambia in una sorgente,
anche
la prima pioggia
l'ammanta
di benedizioni.
8
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché
compare davanti a Dio in Sion.
9
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi
l'orecchio, Dio di Giacobbe.
10
Vedi, Dio, nostro scudo,
guarda
il volto del tuo consacrato.
11
Per me un giorno nei tuoi atri
è
più che mille altrove,
stare
sulla soglia della casa del mio Dio
è
meglio che abitare nelle tende degli empi.
12
Poiché sole e scudo è il Signore Dio;
il
Signore concede grazia e gloria,
non
rifiuta il bene
a
chi cammina con rettitudine.
13
Signore degli eserciti,
beato
l'uomo che in te confida.
venerdì 30 giugno 2017
Salmo 23 - Liturgia di ingresso al Santuario
1 Di Davide. Salmo.
Del
Signore è la terra e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
2
È lui che l'ha fondata sui mari,
e sui fiumi l'ha stabilita.
3
Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
4
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo
prossimo.
5
Otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
6
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di
Giacobbe.
7
Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
8
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.
9
Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
10
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re
della gloria.
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