mercoledì 29 marzo 2017

Servo Per Amore

Una notte di sudore
sulla barca in mezzo al mare
e mentre il cielo si imbianca già,
tu guardi le tue reti vuote.
Ma la voce che ti chiama
un altro mare ti mostrerà
e sulle rive di ogni cuore,
le tue reti getterai.


Offri la vita tua come Maria
ai piedi della croce
e sarai servo di ogni uomo,
servo per amore,
sacerdote dell'umanità.

Avanzavi nel silenzio
fra le lacrime e speravi
che il seme sparso davanti a Te
cadesse sulla buona terra.
Ora il cuore tuo è in festa
perché il grano biondeggia ormai,
è maturato sotto il sole,
puoi riporlo nei granai.

Offri la vita tua come Maria
ai piedi della croce
e sarai servo di ogni uomo,
servo per amore,
sacerdote dell'umanità.


Magnificat

L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli.

Amen.



Magníficat *
ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus *
in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem ancíllæ suæ. *
Ecce enim ex hoc beátam me dicent
omnes generatiónes,
quia fecit mihi magna, qui potens est, *
et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius in progénies et progénies *
timéntibus eum.

Fecit poténtiam in bráchio suo, *
dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede *
et exaltávit húmiles;
esuriéntes implévit bonis *
et dívites dimísit inánes.
Suscépit Israel púerum suum, *
recordátus misericórdiæ,
sicut locútus est ad patres nostros, *
Abraham et sémini eius in sæcula.

Glória Patri, et Fílio *
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc et semper, *
et in sǽcula sæculórum.

Amen.


mercoledì 22 marzo 2017

Pater Noster

Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo.

Amen




venerdì 29 aprile 2016

Carpe diem


Q. Horatius Flaccus
Carmina 1,11


2 ne quaèsierìs 3, scìre nefàs 4, quèm mihi, quèm tibi
fìnem dì dederìnt, Lèuconoè 5, nèc Babylònios
tèmptarìs numeròs 6. Ùt 7 meliùs, quìdquid erìt, pati,
sèu plùris 8 hiemès sèu tribuìt 9 Iùppiter ùltimam,
quaè nunc òppositìs dèbilitàt pùmicibùs 10 mare
Tyrrhenùm: sapiàs 11, vìna liquès 12 èt spatiò brevi
spèm longàm resecès. Dùm loquimùr, fùgerit ìnvida
aètas 13: càrpe 14 dièm, quàm minimùm crèdula pòstero



Non domandare, Leuconoe - non è dato sapere - che
destino gli dei hanno assegnato a me e a te, né consulta
gli oroscopi. Com’è meglio tollerare ciò che sarà, sia che Giove
ci abbia dato ancora tanti inverni sia che questo, che sfianca
il mar Tirreno con rocce di pomice, sia l’ultimo: sii assennata,
purifica il vino e recidi la duratura speranza, ché la vita è breve.
Mentre parliamo, se ne va il tempo geloso:
cogli l’attimo, e non fidarti per nulla del domani.

mercoledì 27 aprile 2016

Devi crescere dall'interno verso l'esterno

«Devi crescere dall'interno verso l'esterno. Nessuno può insegnarti, renderti spirituale... Non c'è maestro all'infuori della tua anima».

Swami Vivekananda

Vero… ma esistono o sono esistite persone che con la propria esperienza e il proprio pensiero possono con la loro testimonianza aiutarti a crescere… l'importante che sia tu a crescere!

mercoledì 6 aprile 2016

I giusti e il futuro del mondo

Ogni giorno nel mondo avvengono cose orribili… atti criminali, attentati, omicidi, violenze di ogni genere e guerre. A subire spesso sono i più piccoli, i più indifesi. Poi, ognuno di noi, consapevolmente o inconsapevolmente, contribuisce a distruggere il Creato. Perché il Padre non dovrebbe porre fine a tutto questo? Perché non dovrebbe considerare tutto il mondo come una nuova Sodoma e Gomorra? Dobbiamo quindi aspettarci una Apocalisse imminente? Eppure….

Gen 18,20-33

“… 20Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
22Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. 23Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25Lontano da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». 26Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». 27Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: 28forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». 29Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». 30Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». 31Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
33Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione...”

Quanti giusti ci sono nel mondo? Tanti! Ma siamo talmente presi da noi stessi, dalle notizie dei media, dalla politica e dall'economia da non renderci conto della realtà: ogni neonato, proprio perché innocente, è un giusto; ogni madre e padre che accudisce e sostiene con amore i propri figli è un giusto; ogni persona che accudisce sacrificando se stesso un disabile nella vita è un giusto; ogni volontario che opera nel mondo per sostenere i poveri, gli ammalati, i bisognosi di soccorso è un giusto; ognuno di noi quando si commuove difronte ad un neonato o ad un cucciolo, o quando si sofferma ad ammirare la bellezza del creato è un giusto. E questi sono solo alcuni esempi.


Perché allora il Padre dovrebbe distruggere il mondo? Basterebbe rendersi conto di quanti giusti ci sono per capire che non dovremmo perdere tempo a temere la distruzione del mondo, ma piuttosto dovremmo adoperarci per assicurare un mondo migliore proprio a questi giusti!