lunedì 1 aprile 2019

Novella


novèlla s. f. [lat. pop. *novella, neutro pl. sostantivato dell’agg. novellus «novello»; il sign. 3 dal lat. tardo Novellae, agg. femm. pl. (sottint. Constitutiones)]. – 1. a. ant. Novità, fatto nuovo o insolito, in quanto sia comunicato o si venga a sapere; soprattutto in frasi di meraviglia: ora questa che n. è, che tu così tosto torni a casa stamane? (Boccaccio); come, costui dice la terra muoversi? che n. son queste? (G. Bruno). b. letter. Notizia, data o ricevuta, intorno a fatti recenti o riguardo a persone e cose per cui si ha qualche interesse: chiedere, o recare, portare novella di qualcuno; spesso al plur.: che novelle, quali n. avete o mi date di ...?; come a messagger che porta ulivo Tragge la gente per udir novelle (Dante). Specificato da un agg., al sing. o al plur.: portare buone o cattive n., liete o tristi n.; I fratelli hanno ucciso i fratelli: Questa orrenda n. vi do (Manzoni); per antonomasia, la buona n., il Vangelo, annuncio del regno di Dio (il gr. εὐαγγέλιον significa appunto «buona novella»).

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